Carabinieri di Celenza Valfortore ritrovano “ciao” rubato nel 1998 a Salerno e lo restituiscono al legittimo proprietario.

Singolare quanto inaspettato ritrovamento ad opera dei carabinieri della stazione di Celenza Valfortore. Dopo i risultati, in chiave preventiva e repressiva avvenuti soprattutto a seguito di mirati servizi nel comune di Carlantino. I militari nell’espletamento dell’attività di controllo del territorio si sono imbattuti in qualcosa che non immaginavano affatto.

Infatti, tra accertamenti su strada, controlli a mezzi e persone sospette ed attività perlustrativa, svolta all’interno del piccolo centro che si affaccia sulla diga di Occhito, gli uomini della benemerita si sono imbatutti in un “pezzo” oramai storico: un cinquantino di altri tempi, un piaggio “ciao” che non poteva non destare la loro attenzione.

Per due motivi: il primo: la persona che lo conduceva aveva inizialmente raccontato agli operanti che si trattava di una semplice “bicicletta”; la seconda……beh non e’ più così facile imbattersi in un ciclomotore che, seppur abbia fatto la storia delle due ruote negli anni ’70 ed ’80, nel 2021 appare molto raro. Quasi un cimelio.

Ebbene i militari hanno voluto vederci meglio ed hanno controllato, presso l’abitazione del loro concittadino, quell’esemplare, oramai insolito, della celebre casa di Pontedera, dando avvio ad una serie di minuziosi accertamenti, incrociando numero di telaio e banche date in uso alle forze di polizia.

Alla fine il risultato e’ stato sorprendente: si tratta, infatti, di un ciclomotore rubato al suo legittimo proprietario nel lontano 1998, in quel di Salerno.

Incredulo ed anche un po’ commosso, l’uomo, oramai 50enne, impiegato, ha ricevuto la notizia dai carabinieri di Celenza e non ha esitato un attimo, dopo la chiamata dei militari, a presentarsi presso la caserma del piccolo borgo dauno, dove, con gli occhi lucidi ed evidente emozione, non ha resistito alla tentazione di balzare nuovamente in sella dopo oltre 23 anni…….

“e’ stato come tornare indietro nel tempo…” queste le sue parole pronunciate tra felicità e riconoscenza nei confronti del comandante della stazione e dei suoi uomini.

Proseguono nel contempo gli accertamenti dei militari volti a comprendere come abbia fatto il ciclomotore a distanza di molti anni a trovarsi così lontano dal luogo in cui si era verificato il furto.