𝐈𝐕𝐁𝐈𝐋𝐄𝐕𝐌 𝐌𝐌𝐗𝐗𝐕 – Oltre duemila “pellegrini di speranza”, provenienti da ogni parrocchia dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, nelle prime ore di questa mattina, hanno varcato la Porta Santa della basilica di San Pietro in Vaticano guidati dall’arcivescovo Ferretti compiendo così tutti i riti prescritti dalla Chiesa per ottenere l’indulgenza plenaria dell’Anno Santo (il 31mo della storia).
Il pellegrinaggio giubilare è iniziato a notte fonda con un viaggio su diversi autobus. Alle prime luci dell’alba, mentre i primi raggi del sole accarezzavano la cupola che indica il luogo in cui è sepolto il Principe degli Apostoli, da piazza Pia, si è snodata la lunga processione che, passando per via della Conciliazione, ha condotto sacerdoti, diaconi, famiglie, uomini e donne di ogni età, alla Porta Santa. In testa, a guidare la processione, la Croce giubilare, seguita dall’Arcivescovo, dal clero e da tutto il popolo di Dio che vive nella nostra terra.
Al passaggio della Porta Santa è seguita una solenne celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Giorgio Ferretti all’Altare della Confessione, ovvero l’altare sul quale da quasi quattrocento anni si erge il maestoso baldacchino bronzeo opera di Bernini e Borromini.
“È bello ritrovarci qui in tanti. Abbiamo viaggiato insieme, in un grande pellegrinaggio dalla terra di Puglia fino a Roma. Rappresentiamo una Chiesa, una terra, con le sue fatiche e le sue speranze; e oggi questa casa antica, come una madre buona, ci accoglie. Questa basilica ha aperto la Porta Santa anche per noi. Siamo entrati chiedendo perdono e pregando per le nostre famiglie, per tutti gli uomini e donne della terra di Capitanata”, le parole dell’Arcivescovo durante l’omelia, apertasi con un pensiero dedicato al Pontefice, da una settimana rientrato in Vaticano dopo il ricovero per una polmonite bilaterale: “Qui è sepolto l’apostolo Pietro, qui ha sede il suo successore, il Santo Padre Francesco. Preghiamo per lui e per la sua salute”.
Poi, nel commentare la pagina di Vangelo proclamata durante la liturgia, ovvero la parabola del fariseo e del pubblicano, mons. Ferretti si è domandato: “Come siamo entrati per la Porta Santa? Con che spirito? Abbiamo compreso che siamo poca cosa al cospetto di Dio o ci riteniamo giusti, migliori degli altri? A che serve credersi buoni? Giudicare, odiare, pretendere, sgomitare? Solo a trovarsi stolti e tristi”.
Ma noi, ha concluso l’Arcivescovo, “non vogliamo vivere così. Noi torniamo a Dio con un cuore contrito. Lui ha imbandito una tavola ricca per accoglierci. C’è una festa per noi, figli non più perduti. Entriamo, gioiamo insieme. Sì, insieme al Padre misericordioso, la Madre di Dio e i Santi, oggi incredibilmente c’è un posto anche per noi. Per me e per te, insieme. Gioite fratelli e sorelle, il nostro peccato è cancellato e condonato. Ci protegga la Madre di Dio, nostra patrona, e, per l’intercessione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Signore, che ci ha giustificato, ci benedica e ci doni la sua pace. Benedica la nostra terra di Capitanata ora e sempre”.
Terminata la funzione religiosa, tempo libero è stato lasciato a tutti i partecipanti al pellegrinaggio. In tanti si sono fermati in preghiera sulla tomba dell’Apostolo Pietro, molti altri si sono accostati al sacramento della confessione. Nel pomeriggio la partenza, sempre in autobus, per far rientro in Puglia. (Arcidiocesi Foggia-Bovino)