Il SAPPE: carcere di Foggia  sold out, 642 detenuti per 300 posti, quasi introvabili letti e materassi, ma gli arrivi non si fermano

In tante occasioni le  più importanti cariche Istituzionali e politiche  del nostro paese, a partire dal Presidente della repubblica  Mattarella parlando del carcere  citano sempre l’articolo 27 della costituzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.                                                                                                      

Purtroppo nella pratica tutto ciò diventa aleatorio poiché ad un problema  di sovraffollamento effettivo delle nostre carceri, si aggiunge una non corretta gestione  dei detenuti  sparsi  nelle varie regioni.                

 Diciamo ciò non per sterile polemica, ma perchè  se il sovraffollamento nazionale è meno del 130%  (vedi statistiche dap allegate), come mai  quasi tutte le carceri  della Puglia superano il 70-80% con punte come Foggia che supera il 210%, per una media  regionale del 165%?

E’ perchè  continuano a     riempire il carcere di Foggia come una scatola di sardine, 640 detenuti per 300 posti (sezione reclusione chiusa per lavori), peraltro con tanti detenuti  pericolosi  difficili da controllare che hanno compiuto atti di violenza nei confronti di poliziotti ed altri detenuti, che continuano a permanere nel carcere foggiano, nonostante le varie richieste di allontanamento, alimentando tensioni e paura?                                                                                                        

Ci dicono che letti, materassi, coperte siano  quasi terminati, per cui se continua così si dovranno ospitare i detenuti per terra!!! ma è possibile che ciò avvenga senza l’indignazione  di nessuno?                   

Come  si può garantire  dignità  ed un cammino di reinserimento alla maggior parte dei detenuti presenti , se ogni parametro è  saltato e si negano i diritti minimi sanciti dalla carta costituzionale?                              

 E tutti i soldi che lo stato  paga a questi detenuti come risarcimento per non aver garantito uno spazio minimo di tre metri, perché li devono cacciare i cittadini con le loro tasse ?                                                                               

 E’ possibile  che   i “cattivi” della polizia penitenziaria siano  rimasti gli unici  a difesa dei detenuti nel denunciare con forza questa situazione di estremo disagio che si vive nei nostri penitenziari, nonostante i tanti “professionisti del carcere” (politici, associazioni, garanti nazionali ,regionali, locali ecc.ecc.) che grazieal carcere ci mangiano anche?                                                                                                                                                          

 Perché questi  “professionisti del carcere”, nonostante  abbiano i mezzi e le amicizie politiche importanti, non esercitano la loro forza affinchè qualcosa cambi, invece di stilare “libri bianchi” sullo stato delle carceri con informazioni che chiunque potrebbe trovare facilmente sul sito del ministero della giustizia, oppure chiedere  “amnistie e condoni a pioggia” umiliando  le vittime e la certezza della pena?                               

 In più occasioni il  SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha indicato delle ricette che potrebbero riportare le carceri sotto il controllo delle Stato, a partire dal sovraffollamento e dalla  violenza  dei detenuti che quasi sempre rimangono impuniti, (grazie alle amnesie di chi gestisce i detenuti da Roma) che poi sono quelli che alimentano un  clima di paura e terrore tra gli altri ristretti (nelle sezioni detentive  sguarnite di poliziotti) che sfociano in rivolte, violenza , prepotenza e tentativi di evasione.                             

Eppure le norme ci sono  e sono chiare, a partire  dall’articolo 14 bis e 32 ordinamento penitenziario che prevedono carcere più duro e trasferimenti immediati in sezioni più controllate;  perché allora si lasciano tranquilli questi elementi  che fomentano violenza e prepotenza  nei confronti dei detenuti più deboli? Il SAPPE in più occasioni ha denunciato questa cattiva gestione  del DAP che sfocia in rivolte, evasioni, suicidi,  anche alla magistratura  di Foggia senza ottenere mai alcuna attenzione, per cui il destino del carcere del capoluogo Dauno, se non ci saranno interventi urgenti,  è quello di affondare  nonostante la professionalità, il coraggio, la serietà degli operatori a partire dal comandante di reparto fino all’ultimo poliziotto! Le tante aggressioni subite dai poliziotti per contrastare questa violenza e le  varie e continue  operazioni di sequestro di materiale proibito, droga e telefonini,  lo stanno a dimostrare.

Il SAPPE  nelle sue denunce ha anche  indicato le responsabilità  di chi in questi anni ha contribuito a creare tutti questa situazione drammatica;  vogliamo sperare che non ci debba scappare il morto per costringere qualcuno ad intervenire.                                                                                                            

 Il carcere di Foggia purtroppo rimarrà nella storia come il penitenziario in cui si è assistito all’evasione di massa più clamorosa avvenuta in un paese civile(74 detenuti), ma la cosa più grave  è(come accade spesso nel nostro paese),  che per un  avvenimento tanto grave nessuno ha pagato .                          

   Bari, lì 1503.2025

                                                                                                                                                                                Federico pilagatti, segretario nazionale SAPPE

Detenuti presenti – aggiornamento al 28 febbraio 2025

28 febbraio 20

Detenuti presenti e capienza regolamentare degli istituti penitenziari per regione di detenzione
Situazione al 28 febbraio 2025
 
 
Regione
di
detenzione
 
Numero
Istituti
 
Capienza
Regolamentare
(*)
 
Detenuti
Presenti
 
di cui
Stranieri
 
Detenuti presenti
in semilibertà (**)
 
   
Totale  Donne  Totale  Stranieri     
ABRUZZO  8  1.830  2.025  81  416  50  15     
BASILICATA  3  363  378  0  40  1  0     
CALABRIA  12  2.711  2.954  64  558  26  0     
CAMPANIA  15  6.197  7.538  341  912  160  4     
EMILIA ROMAGNA  10  2.987  3.803  174  1.939  123  51     
FRIULI VENEZIA GIULIA  5  484  694  25  337  25  9     
LAZIO  15  5.282  6.684  470  2.431  50  6     
LIGURIA  6  1.110  1.353  74  713  49  20     
LOMBARDIA  18  6.148  8.890  458  4.039  136  39     
MARCHE  6  840  948  19  297  39  13     
MOLISE  3  270  396  0  73  8  3     
PIEMONTE  13  3.977  4.491  147  1.958  134  43     
PUGLIA  11  ***2.943  4.413  223  487  143  4     
SARDEGNA  10  2.614  2.247  48  571  53  3     
SICILIA  23  6.439  7.101  255  1.042  140  7     
TOSCANA  16  3.160  3.270  99  1.511  141  62     
TRENTINO ALTO ADIGE  2  510  485  44  289  7  5     
UMBRIA  4  1.339  1.593  60  516  33  7     
VALLE D’AOSTA  1  181  129  0  76  1  0     
VENETO  9  1.938  2.773  147  1.438  64  25     
Totale  190  51.323  62.165  2.729  19.643  1.383  316     

(*) I posti sono calcolati sulla base del criterio di 9 mq per singolo detenuto + 5 mq per gli altri, lo stesso per cui in Italia viene concessa l’abitabilità alle abitazioni, più favorevole rispetto ai 6 mq + 4 stabiliti dal CPT + servizi sanitari. Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato.                                                                                                                                           (**)I detenuti presenti in semilibertà sono compresi nel totale dei detenuti presenti.

(***) I posti disponibili regione Puglia sono falsati poiché  a Bari sez. femminile chiusa, Trani sezione BLU chiusa, Foggia sezione reclusione chiusa per un totale di -230 posti circa, per cui sovraffollamento è di circa 65% il più alto.