L’intelligenza artificiale sta trasformando l’industria farmaceutica a un ritmo senza precedenti.
Non più una tecnologia futuristica, l’IA è diventata parte integrante delle operazioni quotidiane di molte aziende, che la utilizzano per sviluppare nuovi farmaci, ottimizzare i processi e migliorare l’efficienza. È quanto emerge dal rapporto Ascendant di Minsait (Indra Group) “AI: radiografia di una rivoluzione in corso”, che analizza il grado di adozione della tecnologia nelle aziende private e nelle istituzioni pubbliche.
Più della metà (55%) delle imprese progetta i loro prodotti e servizi, in particolare i farmaci, con l’aiuto dell’IA; il 33% la sfrutta per monitorare le malattie mentre il 29% per lo sviluppo e la produzione vera e propria dei farmaci. Il report considera il grado di maturità delle aziende farmaceutiche nell’adozione dell’intelligenza artificiale. In primis, le organizzazioni esprimono l’eccellenza operativa come obiettivo principale: il 70% degli intervistati ha l’obiettivo di raggiungere con l’IA una maggiore efficienza nelle operazioni.
Per il 34%, l’innovazione dell’informatica può portare ad un miglioramento del processo decisionale, per il 31% ad un’ottimizzazione dell’esperienza dei clienti e dei cittadini.
Per quanto riguarda l’adozione, le aree della catena del valore su cui si concentra maggiormente l’attenzione sono le operazioni interne al settore specifico (65%) e l’applicazione dell’IA alla gestione del rischio e alla sicurezza informatica (54%). Nel merito delle barriere e dei fattori che rallentano il percorso verso l’applicazione dell’intelligenza artificiale, il documento cita la carenza di competenze e talenti di professionisti specializzati nell’IA (36%), la mancanza di visione strategica da parte del senior management (35%) e l’incertezza causata da un quadro normativo che varia a seconda della geografia e del settore nella fase di sviluppo e implementazione (31%).