Il giugno più caldo di sempre sul pianeta ha contribuito ad aggravare la siccità in Puglia, dove si fa sempre più drammatica la conta dei danni in campagna con le produzioni che in molte aree sono state addirittura azzerate, mentre nelle stalle è lotta contro il tempo per reperire il foraggio e l’acqua necessari a salvare gli animali. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia, in merito ai nuovi dati dell’Osservatorio europeo Copernicus, secondo i quali il giugno 2024 è stato il tredicesimo mese consecutivo a stabilire un record con una
In Puglia è da profondo rosso la stima della produzione di olive che si prevede risulterà dimezzata, mentre sono già in calo di oltre il 50% le produzioni nei campi che rischiano di svuotare gli scaffali, dalle ciliegie al grano fino al miele. Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno – incalza Coldiretti Puglia – ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero, compromesse dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l’accrescimento, ma anche la produzione di grano per fare pane e pasta risulta dimezzata per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese. La crisi idrica ha determinato – spiega Coldiretti Puglia – un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2 con le api stremate per le fioriture azzerate, con il 60% in meno di raccolta condizionata dal caldo e dalla siccità. Ma a preoccupare sono le previsioni della prossima campagna di raccolta delle olive, dove si stima un crollo del 50% rispetto all’anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine.
La siccità grave e perdurante sta costringendo gli agricoltori all’irrigazione di soccorso con costi altissimi per il caro gasolio – spiega Coldiretti Puglia – per tirare l’acqua dai pozzi e rifornirsi di acqua con le autobotti, anche per abbeverare gli animali nelle stalle, con i pozzi artesiani che stanno franando, mentre altri pozzi a falda superficiale, stanno scomparendo, si stanno prosciugando.
Una situazione drammatica dinanzi alla quale la Coldiretti rilancia la proposta di un piano invasi con pompaggio sul quale sono arrivate le prime risposte nell’ultimo Dl Agricoltura. Si tratta di un progetto immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni. Fondamentale in tale ottica il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un’opera di manutenzione.