Antichi e partecipati i riti del Triduo pasquale di Troia rappresentano un unicum in tutta la Capitanata. Domani, domenica di Pasqua, la suggestiva “processione del Bacio”
Davanti al sagrato della cattedrale, nel tardo pomeriggio di Pasqua, la comunità troiana celebra l’ultimo rito del triduo pasquale.
Ieri nel corso dell’intera giornata si sono celebrati due dei tre riti del “Triduo Pasquale” che inizia il Venerdì Santo e si conclude la Domenica di Pasqua.
Processione delle Catene – Nella mattinata con la processione delle Catene – cinque uomini penitenti, in saio bianco ed incappucciati, portano sulle spalle pesanti croci di legno, attraversano a piedi nudi, trascinando grandi catene legate alle caviglie, un lungo percorso processionale che tocca le chiese più antiche di Troia. La processione inizia e si conclude nella cattedrale. E’ una processione silenziosa, scandita dal rumore delle catene trascinate dai penitenti e dal suono sordo delle “trocchiole” che ne annunciano l’arrivo.
Processione dei Misteri. Al calar della sera, dalla piazza antistante la Cattedrale parte il giro della suggestiva processione con cinque gruppi statuari lignei che riproducono i Misteri Dolorosi del Rosario.
Domenica di Pasqua
Processione del Bacio – E’ la rappresentazione dell’incontro tra Gesù Risorto e la Madre. Le statue della Madonna e del Cristo Risorto portate in processione e seguendo ognuno un percorso diverso si incontrano davanti al sagrato della Cattedrale. Si avvicinano due volte, senza riconoscersi. Al terzo incontro la statua del Risorto viene fatta inchinare ai piedi della statua della Madonna per il “bacio”. La processione si conclude nella cattedrale dove si celebra la Messa della Pasqua. E’ un rito unico nel suo genere in tutta la Puglia, e tra i pochi del Sud “Il Cristo risorto si inchina alla Madonna, a sua madre, e non il contrario come avviene in altri riti simili – spiega don Paolo Paolella, parroco della concattedrale di Troia – E’ un unicum. Così come unico è tutto il triduo pasquale di Troia che risale al 1702, voluto da mons. Cavalieri per dare forza e slancio alla fede della comunità. Oggi Troia, grazie a questi antichi riti, è una piccola Siviglia della Capitanata”