Anche il Molise coi Monti Dauni: basta con l’eolico imposto ai paesi

La provincia di Foggia, e in special modo nella zona dell’Appennino Dauno, è una delle aree d’Europa in cui si concentra il maggior numero di pale eoliche. Dagli anni ’90, ne sono state installate a migliaia (in Puglia se ne contavano 1.615 nel 2021, secondo l’ultimo rapporto ANEV-Associazione Nazionale Energia del Vento).Ora un nuovo parco eolico potrebbe sorgere a cavallo dei territori comunali di Carlantino e Celenza Valfortore. A volerlo è una società che ha sede legale a Potenza, la “Rinnovabili Sud Due S.R.L.”.

Il progetto non è stato discusso né con le Amministrazioni comunali interessate né con i cittadini dei Comuni sul cui territorio dovrebbero essere installati 17 nuovi aerogeneratori, per una potenza complessiva pari a 98 MW. Il piano di lavoro, inoltre, prevede la costruzione di opere di connessione alla RTN e sistema di accumulo da 30 MW ricadenti anche nei comuni di Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia e Torremaggiore.

Per venerdì 16 febbraio, alle ore 17.30, a Celenza Valfortore negli ampi spazi dell’ex Monastero di San Nicola, il sindaco Massimo Venditti e il primo cittadino di Carlantino Graziano Coscia hanno convocato un incontro pubblico con i cittadini. Si discuterà dei passi compiuti e di quelli da compiere per opporsi alla realizzazione della nuova wind farm.

Assieme a loro, all’incontro saranno presenti anche i sindaci dei comuni molisani di Riccia e Gambatesa, rispettivamente Pietro Testa e Carmelina Genovese. Anche il Molise, regione in cui attualmente sono installati 321 aerogeneratori, è interessato al nuovo incremento di progetti inerenti all’installazione di nuovi parchi eolici. A Celenza, inoltre, ci sarà il deputato Giandonato La Salandra che, nei giorni scorsi, ha già presentato in Parlamento alcune interrogazioni sulla questione.

L’impresa che vorrebbe installare i 17 aerogeneratori ha fatto pervenire il progetto già “impacchettato” al Comune di Carlantino il 13 novembre scorso.

Nella relazione dei tecnici comunali incaricati dai due comuni di studiare la fattibilità del progetto, è emerso che lo studio di impatto ambientale svolto dalla società “Rinnovabili Sud Due S.r.l.” non prende in esame tutti i beni paesaggistico-ambientale localizzati nell’area interessata. In particolare, si fa riferimento ai beni sottoposti a vincolo paesaggistico riportati dalla banca dati informatica del Ministero per i Beni Culturali.

Il progetto del parco eolico, infatti, intercetta il Regio tratturo Lucera-Castel di Sangro ma soprattutto incide direttamente sul Tratturo Celano-Foggia, entrambi interessati anche dal vincolo archeologico. Non solo, anche i boschi interessati dal progetto sono sottoposti a vincoli paesaggistici-ambientali.

Inoltre, la relazione dei tecnici ha messo in evidenza come lo studio di impatto ambientale non consideri l’impatto cumulativo degli impianti eolici in relazione a tutti gli altri impianti esistenti o in corso di realizzazione. Lo studio di incidenza, poi, non è conforme alla Linee Guida Nazionali in materia di Valutazione d’incidenza redatte dal MATT NEL 2019. Infine, i tecnici dei due comuni hanno sottolineato come alcune pale non rispettano nemmeno la distanza minima fissata per legge dalle strade comunali, provinciali e statali. Norme previste anche dal nuovo Codice della strada.