“Stiamo portando i nostri valori europei nel mondo digitale. Con regole severe in materia di trasparenza e responsabilità, la nostra legge sui servizi digitali mira a proteggere i nostri bambini, le nostre società e le nostre democrazie. A partire da oggi, le grandi piattaforme online devono applicare la nuova legge”. Lo ha scritto su X-Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Il Digital Service Act (Dsa), così si chiama il provvedimento è una stretta per fermare gli abusi sui contenuti online e tutelare gli utenti del web. Riguarda 19 big della tecnologia. “La protezione dell’infanzia sarà una priorità di applicazione” assieme alla lotta alla disinformazione, ha sottolineato Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno e volto della riforma.
Attualmente 19 grandi gruppi online con oltre 45 milioni di utenti nell’Ue sono già stati designati in base alla legge: sono 2 motori di ricerca (Bing e Google Search) e 17 piattaforme, con social media (Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Snapchat, LinkedIn, Pinterest), e-commerce (Alibaba AliExpress, Amazon, Apple, Zalando) o servizi (Google Play, Google Maps e Google Shopping), ma anche Booking, Wikipedia e YouTube. La prima richiesta è fornire alla Commissione Ue una valutazione del rischio e rispettare obblighi, come prevenire la diffusione di contenuti dannosi. Chi sarà sorpreso a violare il Dsa rischia multe fino al 6% del fatturato globale.
Meta, Google e TikTok si stanno mettendo in regola. Amazon e Zalando hanno impugnato l’inserimento nell’elenco, con Amazon che ha anche chiesto una sospensiva (concessa solo sull’accesso al database sugli inserzionisti). L’organizzazione dei consumatori europei Beuc ha dato il benvenuto alla riforma, chiedendone il pieno rispetto. In Italia la riforma dovrebbe venir implementata tramite l’Autorità per le telecomunicazioni. (ANSA)