È attiva la nuova Rianimazione del Dipartimento Emergenza Urgenza del Policlinico di Foggia. Ieri è iniziato il trasferimento dei primi pazienti: tre erano ricoverati nella vecchia struttura e uno è arrivato direttamente dal Pronto soccorso.
La Rianimazione, diretta dalla Prof.ssa Gilda Cinnella, con due responsabili di reparto, le Professoresse Lucia Mirabella e Antonella Cotoia, ha una capienza complessiva di sedici posti letto, di cui uno per il ricovero dei pazienti pediatrici. Ai sedici posti letto se ne aggiungono due dedicati all’isolamento di pazienti con malattie infettive.
L’équipe è composta da 37 medici, tra anestesisti e rianimatori, 52 infermieri (coordinatore infermieristico: Carmine De Lillo), 20 Oss.
“La Rianimazione – spiega la Prof.ssaCinnella – occupa l’intero secondo piano del DEU ed è in collegamento verticale con il Pronto soccorso, al piano terra, e con la Radiologia, al piano interrato. La struttura è divisa in due aree: ogni zona è composta da un open space con otto posti letto, una stanza dotata di filtro per l’isolamento infettivo e ambienti di servizio per il personale sanitario”.
Il Direttore Generale del Policlinico di Foggia, Dott. Giuseppe Pasqualone, sottolinea che “la nuova Rianimazione è dotata di apparecchiature con tecnologia all’avanguardia e fa parte di un percorso che vuole garantire al cittadino maggior sicurezza. Per questo traguardo – aggiunge Pasqualone – voglio ringraziare la professoressa Cinnella, la Direzione Sanitaria del Policlinico e in particolare la dottoressa Cristina Sponzilli, e gli ingegneri Luigi Borrelli, Daniele Campaniello e Giuseppe Perrone, dell’Area tecnica. Dopo il Pronto soccorso, l’Unità di terapia intensiva cardiologica e la Rianimazione – conclude – la direzione strategica sta lavorando per avviare la gara per il blocco operatorio del Dipartimento Emergenza Urgenza. Verranno realizzate sei sale operatorie, tra cui due per la cardiochirurgia, una per la radiologia interventistica, con un angiografo biplano di ultima generazione e una sala operatoria ‘ibrida’ per interventi che coinvolgono più specialisti”.