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Foggia, le organizzazioni alla CCIAA: “Nel listino cereali la semola 100% italiana”

Richiesta di Confagricoltura, Confcooperative, Coldiretti e CIA Agricoltori Italiani alla Camera di Commercio

FOGGIA – Inserire la semola prodotta con “grano duro esclusivamente italiano” nel Listino della Borsa Merci di Foggia relativo ai prodotti cerealicoli. E’ questa la richiesta ufficiale espressa unitariamente, e con una missiva ufficiale, dalle maggiori organizzazioni degli agricoltori e del mondo cooperativistico della provincia di Foggia: Confagricoltura, Confcooperative, Coldiretti e CIA Agricoltori Italiani Capitanata. La missiva, infatti, è firmata dai rispettivi dirigenti: Filippo Schiavone, Carla Calabrese, Marino Pilati e dal presidente di CIA Capitanata Angelo Miano.

Nella comunicazione ufficiale e congiunta, indirizzata a Damiano Gelsomino, presidente della Camera di Commercio di Foggia, la richiesta di inserire la semola prodotta con grano duro esclusivamente italiano nel listino è motivata dalla necessità di sostenere il valore qualitativo di tale prodotto e dell’intera filiera, garantendo un “equo riconoscimento alle imprese cerealicole e di trasformazione del territorio della Capitanata”. Un riconoscimento “al lavoro e ai risultati raggiunti in questi anni”, si legge nella lettera, “nonché al fine di valorizzare la filiera cerealicola”.

Le organizzazioni firmatarie, dunque, chiedono alla Camera di Commercio di farsi promotrice di una discussione in seno agli Organismi Camerali per l’inserimento della nuova voce all’interno del Listino dei prodotti cerealicoli.

FILIERA 100% ITALIANA. L’intento delle organizzazioni che hanno sottoscritto la richiesta si muove, coerentemente e in modo unitario, sulla stessa direttrice tracciata dalla necessità di sostenere concretamente la “sovranità alimentare” del Paese e del sistema-Italia.

La semola italiana, prodotta da grani italiani, ha un valore e una qualità specifici maggiori e differenti rispetto alla semola realizzata con un mix di grani di varia origine e provenienza.

Occorre valorizzare l’intera filiera 100% italiana del grano duro, garantendo un equo riconoscimento a produttori e trasformatori e assicurando la qualità e salubrità di grano, semola e pasta italiana ai consumatori. Per la produzione, in Italia, i cerealicoltori devono attenersi a un preciso e severo disciplinare che garantisce la migliore qualità e la massima salubrità del grano duro italiano. I diversi produttori esteri attivi sul mercato internazionale non hanno il medesimo disciplinare e le stesse regole vigenti in Italia. Ecco perché la semola 100% italiana è l’unica a poter assicurare che anche la pasta possa dirsi pienamente e autenticamente ‘made in Italy’. Se davvero l’Italia ritiene strategica la filiera della pasta di semola di grano duro italiano, con tutto ciò che ne consegue per quanto riguarda posti di lavoro, export e redditività, allora occorre che i produttori siano tutelati e che il valore aggiunto del vero made in Italy premi anche i trasformatori e, con essi, tutti i componenti della filiera.

IL RUOLO GUIDA DI FOGGIA. La richiesta che arriva dalle maggiori organizzazioni della Capitanata potrebbe essere l’apripista per l’intero Paese. E questo mette in evidenza il ruolo strategico di Foggia quale ‘granaio d’Italia’. Negli ultimi anni, complessivamente la Puglia ha prodotto mediamente 9,5 milioni di quintali di grano duro, vale a dire il 30% della produzione nazionale. Sono numeri dentro ai quali ci sono lavoro, investimenti sulla qualità, reddito per migliaia di famiglie.

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