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In Francia si studia il ‘caso Celle di San Vito’: giornata di studi all’Università di Tours

Il ‘caso Celle di San Vito” approda in Francia. Del paese più piccolo della Puglia, e dei suoi legami storici e linguistici con i ‘cugini’ d’Oltralpe, si discuterà all’Università di Tours, città universitaria e capoluogo del dipartimento Indre e Loira nella regione francese Centro-Valle della Loira.A Celle San Vito e a Faeto, le due comunità e minoranze linguistiche di origine francoprovenzale in Capitanata, l’Università di Tours dedicherà un’intera giornata di studio martedì 6 dicembre 2022, con un focus che prenderà il via alle ore 10.30 e proseguirà fino alle ore 17. All’iniziativa sono state invitate e parteciperanno in remoto la sindaca Palma Maria Giannini e Mariangela Genovese, l’operatrice dello Sportello Linguistico e dell’Info Point di Celle di San Vito.

Interverrà anche Lucia Gangale, giornalista e blogger italiana che, lo scorso settembre, si è recata a Celle di San Vito e ha raccontato il paese in un reportage pubblicato da “AgoraVox France”, il più seguito network europeo di giornalismo partecipativo.

“In Francia, c’è un interesse crescente verso la singolarità e la storia dei legami tra il nostro paese e la lingua, i costumi e le vicende storiche francesi, ne siamo lusingati”, ha dichiarato Maria Palma Giannini. Un interesse cresciuto nel 2022 dopo la lettera-invito inviata dalla sindaca di Celle San Vito al Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, lo scorso gennaio. Una missiva alla quale Macron ha risposto attraverso un messaggio inviato dal suo capo di Gabinetto, Brice Blondel: “Sensibile al vostro messaggio di congratulazioni, Emmanuel Macron mi ha affidato il compito di ringraziarvi calorosamente e di assicurarvi la sua determinazione a continuare la sua azione in Francia e a livello internazionale per affrontare le nostre sfide comuni. Rinnovando la fiducia nel Capo dello Stato, i francesi hanno mostrato il loro attaccamento a una Francia che continua a parlare al mondo, a difendere i suoi valori universali e a costruire un’Europa più sovrana e umana. Siate certi che il vostro gentile invito è stato preso in considerazione”.

Carlo I D’Angiò Re di Sicilia, figlio di Luigi VIII di Francia, è il sovrano a cui si fa risalire l’origine di Celle di San Vito. Nella seconda metà dell’XIII secolo, Carlo I d’Angiò, dopo aver liberato Lucera dai Saraceni, concesse ai suoi soldati di richiamare le proprie famiglie e stanziarsi, per motivi di sicurezza, presso le cellette dei monaci situate alle pendici di Monte San Vito. Dieci di queste famiglie piantarono in questo posto le proprie radici fondando Celle di San Vito e la sua Comunità che da allora si caratterizza per l’uso della lingua francoprovenzale.

Il comune di Celle di San Vito, unitamente al vicino comune di Faeto, è l’unica isola linguistica francoprovenzale presente nel Sud Italia, riconosciuta e tutelata da una legge statale quale “preziosa minoranza etnico-storico-linguistica”. Non solo, il francoprovenzale è stato riconosciuto dall’Unesco lingua a rischio di estinzione e, pertanto, inserita nell’Atlante Atlas come patrimonio culturale immateriale da tutelare.

La sindaca Giannini, nella missiva inviata a Macron aveva sottolineato che “la forte identità storica ereditata dagli avi francesi costituisce per tutti i cellesi un prezioso scrigno di cultura e tradizioni che continuano a essere costantemente tutelate, valorizzate e tramandate attraverso molteplici iniziative che si susseguono da diversi anni”.

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