Prosegue senza sosta la rassegna “Tutti Libri – Libri X Tutti” in programma a Peschici fino al prossimo 11 agosto. Dopo la serata con Vinicio Capossela sarà la volta di altri interessanti ospiti a regalare riflessi di cultura ai tanti turisti in vacanza a Peschici e alla gente del posto. Si riprenderà giovedì 4 agosto con Piero Dorfles, giornalista e critico letterario che ha curato diversi programmi radiofonici e televisivi per la Rai – tra cui “Per un pugno di libri” – presenterà “Il lavoro del lettore” (Bompiani) il cui sottotitolo è “Perché leggere ti cambia la vita”. Il 4 agosto ad esplorare con lui alcuni grandi temi posti al centro dai classici della letteratura, che ci ricorda che siamo umani anche quando tutto sembra negarlo, sarà il saggista, giornalista e critico letterario Filippo La Porta.
Spazio ai piccoli e grandi sognatori il 5 agosto con Elisabetta Dami, mamma dello “stratopico” Geronimo Stilton (Dami/Piemme), di “Lupo Blu” (Rizzoli) e di tanti altri straordinari animali, le cui storie sono tradotte in ben 49 lingue.
Sarà il direttore artistico Michele Afferrante a condurre l’incontro con la Dami e quello con Roberto Genovesi, giornalista, scrittore, sceneggiatore e autore televisivo. Domenica 7 agosto Genovesi – che ha radici pugliesi, parte della sua famiglia viene proprio dal Gargano – presenterà il suo nuovo romanzo storico su Federico II “Il leone di Svevia” (Newton Compton).
4 agosto – Piero Dorfles, Perché leggere ti cambia la vita
Il sottotitolo del libro di Piero Dorfles, “Il lavoro del lettore”, uscito da Bompiani, è “Perché leggere ti cambia la vita”: l’autore sostiene, con abbondanza di motivazioni, che i libri sono la migliore consolazione che si possa chiedere; anche nei momenti peggiori della nostra esistenza la lettura ci offre un modo per uscire dalla situazione contingente e per immergerci in un mondo altro; ci aiuta a calarci nei panni degli altri, ci permette di indagare i temi centrali dell’esperienza umana. Lettori si diventa: ci vuole molta applicazione per diventare lettori, ma una volta acquisita questa competenza non si perde più, basta continuare ad esercitarla con costanza. Il libro di Dorfles esplora alcuni grandi temi posti al centro dai classici della letteratura: dall’isola alla guerra, dall’amore all’indagine poliziesca, dal passeggiare alla distopia, dall’inetto alle ziette. Lo fa scegliendo di indicare per ognuno dei temi una serie di romanzi, anche meno conosciuti, di cui ricorda la trama e lo stile, offrendo così anche preziosi consigli di lettura. In chiusura Dorfles ricorda il capitolo di “Se questo è un uomo” in cui Primo Levi parla dell’Ulisse di Dante al suo compagno di prigionia e si sforza di recitare i versi a memoria: la letteratura ci ricorda che siamo umani anche quando tutto sembra negarlo.
I libri, la lettura, non portano certezze, ma dubbi. Non felicità, ma conoscenza. Non spiegano il perché della vita, ma stimolano a porre domande e a essere consapevoli di sé. Non possono superare la difficoltà di trovare un senso al nostro essere, ma ci permettono di allontanare il rischio di perderci nel nulla e ci impongono di mettere al centro di tutto la vita. Di chiederci perché, appunto, siamo, oggi, qui.
Piero Dorfles è giornalista e critico letterario. Per la Rai ha curato diversi programmi radiofonici e televisivi tra cui “Il baco del millennio” e “La banda”. Da anni affianca i conduttori della fortunata trasmissione televisiva “Per un pugno di libri” su Rai3. Tra i suoi ultimi libri: Il ritorno del dinosauro (2010), I 100 libri che rendono più ricca la nostra vita (2014) e Le palline di zucchero della fata turchina. Indagine su Pinocchio (2018).
5 agosto – La mamma di Geronimo Stilton
Tanti conoscono Geronimo, ma non tutti sanno come sia nato… e ora ve lo racconterò!
Nei primi anni Novanta, scoprii di non poter avere figli. Iniziai a fare volontariato nei reparti pediatrici in ospedale. Era l’epoca di Patch Adams, il medico che si vestiva da clown per donare un sorriso ai bambini in ospedale. Cominciai così a raccontare le storie comiche e avventurose (ma anche con tanti valori etici!) di un topo timido, tenero e pasticcione: Geronimo Stilton! Notai che ai bambini le storie piacevano molto, e fu così che iniziai a scrivere le avventure di Geronimo, che presto diventarono libri. Non avrei mai immaginato che avrebbero avuto tanta diffusione.
Oggi sono pubblicati in 49 lingue diverse, e hanno venduto 180 milioni di copie nel mondo. Così, posso dire che la mia sia una storia a lieto fine: ho realizzato il mio sogno, e oggi posso considerarmi la mamma di milioni di bambine e bambini in tutto il mondo. Ma ritorniamo indietro nel tempo. Sono nata a Milano, nel 1958, da un papà che adorava i libri, Piero Dami. Lui aveva fondato molti anni prima una casa editrice di libri per ragazzi, la Dami Editore, e già quando avevo 13 anni correggevo bozze per lui in redazione, col naso affondato nei libri, già sognando di diventare scrittrice. A 20 anni già giravo il mondo con lui, perché i suoi libri per ragazzi erano venduti in tanti paesi. Dopo quella preziosa esperienza, in cui imparai i piccoli grandi segreti dell’editoria, capii che ciò che mi rendeva davvero felice era scrivere e da allora, non ho più smesso di scrivere libri, con amore e passione, con entusiasmo e dedizione, mettendoci il cuore.
In ogni libro che scrivo c’è un po’ di me, soprattutto la mia passione per l’avventura. Adoro viaggiare ed esplorare gli ambienti naturali della Terra, vicini e lontani: il deserto del Sahara, i ghiacci del Polo Nord, le foreste del Nepal e i picchi dell’Himalaya, ma anche le sabbie dell’outback australiano, il delta dell’Okavango in Africa, le maestose cascate Victoria, e l’affascinante biodiversità della foresta tropicale centrafricana. Ho corso tre volte la maratona di New York (l’ultima volta nel novembre 2017), e una volta la leggendaria ‘100 km del Sahara’, che sono state per me bellissime avventure perché lo sport ci ricorda il rispetto per chi compete insieme a noi, e la gioia della vera vittoria, che va conquistata lealmente. Ho avuto anche l’onore di essere adottata ufficialmente da due tribù di nativi americani: il Popolo degli Hopi (nel Clan del Ragno), e il Popolo dei Cherokee (il Clan del Lupo).
Ma torniamo a Geronimo Stilton… Amo tutti gli animali, ma ho sempre trovato particolarmente interessanti i topi, perché hanno una creatività e un’intelligenza non comuni… e come me, e come i bambini, sono curiosi di tutto!
7 agosto – Roberto Genovesi
Giornalista, scrittore, sceneggiatore e autore televisivo. Dirigente RAI, è Direttore Artistico di Cartoons on the Bay, il festival internazionale delle arti visive crossmediali e Responsabile dei Progetti Speciali di Rai Com. Ha collaborato con i più importanti periodici e quotidiani italiani tra cui “L’Espresso”, “Panorama”, “TV Sorrisi e Canzoni”, “la Repubblica”. Insegna Teoria e Tecnica dei linguaggi interattivi e crossmediali in diverse università. Con la Newton Compton, oltre ai primi cinque volumi della saga della Legione occulta (La legione occulta dell’impero romano; Il comandante della Legione occulta; Il ritorno della Legione occulta. Il re dei Giudei, I due imperatori e I guardiani di Roma), ha pubblicato “La mano sinistra di Satana”; “Il Templare nero”, “Il leone di Svevia” e la trilogia “La legione maledetta” (Il generale dei dannati, La fortezza dei dannati e L’invasione dei dannati). I suoi romanzi sono pubblicati anche in Spagna, Portogallo e Inghilterra.
Il nuovo romanzo di Roberto Genovesi è il già citato “Il leone di Svevia” (Newton Compton).
“Lo ammetto, nello scrivere Il leone di Svevia non sono stato imparziale, o quantomeno non ho voluto guardare Federico con distacco. Ho cercato invece di entrare nella testa dell’uomo: del bambino abbandonato nelle strade di Palermo, una vicenda che, vista estrapolata dal contesto, potrebbe sembrare un gesto di crudeltà, ma che alla luce dei fatti si rivelò la sua fortuna, perché lo mise in condizione di incontrare altre culture e altre religioni nella fase della vita in cui a guidare è l’istinto, e non le sovrastrutture che la società impostata degli adulti costruisce; del re adolescente, affiancato da una consorte più grande di lui che alla fine si rivelò la consigliera matura che gli serviva in periodo di immaturità; e infine dell’imperatore adulto, che seppe fronteggiare con piglio e personalità prima i papi e poi i sovrani nemici. Ho accennato le vicende storiche e mi sono soffermato sulle reazioni emotive dell’essere umano di fronte alla politica, alla guerra, all’amore. Ho raccontato i dubbi, le pressioni, i sentimenti: uno, indelebile, è quello dell’amicizia, l’altro, devastante, è la passione amorosa per una ragazzina come Bianca Lancia, e saranno gli unici punti di riferimento indiscutibili della sua vita, insieme alla fiducia paterna per il prediletto Manfredi.
Ho raccontato un Federico che ride, piange, si spaventa, esulta, ruggisce. Un leone per un mondo che non lo meritava ancora e che forse non lo meriterà mai. Un sovrano capace di sparigliare le carte, di dettare nuove regole laddove poteva sembrare impossibile, di portare un cristiano e un musulmano dentro una tenda per parlare di astri e non di guerra, di formule matematiche e non di conquiste. Di questi tempi, con i venti di guerra che aleggiano nel mondo, avremmo tutti bisogno di un Federico di Svevia. Sono convinto che sarebbe ancora in grado di stupire il mondo”.
Tutti gli appuntamenti si terranno a Peschici in Piazza Pertini e avranno inizio alle ore 22.00. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.