La diminuzione del prezzo del grano duro fatto registrare nell’ultima seduta della Borsa Merci della CCIAA di Foggia non è altro che il naturale effetto di dinamiche economiche determinate dal confronto tra domanda e offerta. Una improvvisa e massiccia immissione di prodotto sul mercato, a fronte di una domanda ancora non ben delineata nella sua reale entità, ha generato un fisiologico calo del prezzo.
Sono queste le considerazioni che giungono da Cia Capitanata e Confagricoltura Foggia sull’ultima quotazione registrata a Foggia in Camera di Commercio e che ha portato un calo nel prezzo del grano duro di circa 20 euro la tonnellata.
Pur in presenza di una congiuntura internazionale particolare, che però incide marginalmente sul grano duro, la definizione del prezzo – evidenziano Cia e Confagricoltura –continua ad essere determinata da questa elementare legge economica. Comprendiamo bene la preoccupazione degli agricoltori alle prese con i difficili equilibri aziendali determinati dall’impennata dei costi di produzione; ma per evitare oscillazioni speculative e mantenere così un prezzo equo e remunerativo è fondamentale che sul mercato ci sia un flusso regolare e costante nel tempo di grano. Per questo le due associazioni di categoria insistono nell’invito ai coltivatori a conferire il prodotto a consorzi e organizzazioni di prodotto. Solo così si può rispondere in modo razionale alle esigenze del mercato e delle altre categorie presenti lungo la filiera.
Per le due associazioni, infatti, il rafforzamento e la tenuta dell’intera filiera è la condizione imprescindibile per dare forza e consistenza alla cerealicoltura di Capitanata. Una filiera articolata e complessa che, evitando contrapposizioni e rendite di posizione, è in grado di generare valore aggiunto e ricchezza per tutti. Un valore utile alla crescita economica non solo del comparto ma di tutta l’economia locale.