I militari della Stazione Carabinieri di Motta Montecorvino, al termine di articolata e complessa attività di indagine condotta con l’ausilio di personale dell’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Lucera, hanno tratto in arresto una coppia, 29 anni lui 48 lei, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di maltrattamenti in famiglia in concorso, lesioni personali aggravate, atti sessuali con minori.
Tutto è partito nel mese di novembre 2020, a seguito di una richiesta di aiuto pervenuta al 112, per una violenta lite in famiglia che si stava consumando tra le mura domestiche nel piccolo centro dauno. Al loro arrivo i carabinieri si sono trovati una scena abbastanza difficile da affrontare sia per cercare di placare gli animi sia per comprendere quello che era realmente successo prima del loro arrivo. Tre degli otto figli allora conviventi della D. M.C., queste le inziali della donna 48 enne, lamentavano di essere stati picchiati dal convivente della donna, D. F.M., ventinovenne lucerino che da qualche mese si era stabilito presso la loro abitazione, avendo intrapreso, in apparenza, una relazione stabile con la donna.
Veniva immediatamente intrapresa dai carabinieri della piccola stazione di Motta una fitta interlocuzione con l’Autorità Giudiziaria, sia con quella ordinaria, per l’avvio di una solerte e minuziosa attività d’indagine che potesse fare luce su quanto successo, sia con quella dei minori che, a tutela dei piccoli, che lamentavano di essere stati picchiati, disponeva l’immediato affido presso apposita casa famiglia.
Quella che è scaturita è stata un’investigazione densa e serrata, lunga 6 mesi, fitta di attività classiche di osservazioni, pedinamenti, ascolti di testimoni, alcuni in modalità protetta come previsto per l’audizione di minori, ma anche delle cosiddette attività tecniche più moderne.
Indagini rese ancor più complesse e tortuose dal clima di intimidazione che la donna riusciva ad esercitare nei confronti dei figli, quasi tutti refrattari, fino all’ultimo, a collaborare con i carabinieri e liberarsi dal peso degli abusi subiti.
Alla fine, tuttavia, quanto emerso agli inquirenti è stato un quadro abbastanza chiaro seppur al contempo articolato e sconfortante, di reiterati maltrattamenti posti in essere da parte dell’uomo ai danni di alcuni dei figli minori della donna, con loro due conviventi, il tutto con la complicità di lei, che anziché proteggerli da quelle violenze, ha spesso coperto, giustificato e protetto quello che da mamma non doveva assolutamente permettersi di sottacere o, meglio, di impedire..
Ma la scoperta più agghiacciante forse è stata quella di aver scoperto, tra le altre condotte riprovevoli dell’uomo, la consumazione di veri e propri approcci sessuali con una delle figlie della donna, con loro convivente, di soli quindici anni. D.M.C., pienamente a conoscenza dei fatti, anziché biasimare, allontanare e redarguire severamente il compagno, lo ha sempre giustificato, attribuendo la colpa all’atteggiamento “troppo provocatorio” della figlia adolescente, poco più che bambina.
Gli elementi indiziari, chiari precisi e concordanti, acquisiti in sede d’indagine, sono confluiti nella richiesta di misura che la Procura di Foggia ha formulato, concordando appieno con le risultanze investigative. Nella giornata di ieri, il G.I.P. del Tribunale di Foggia ha emesso ordinanza di applicazione di misura cautelare che ha disposto, nei confronti della coppia, gli arresti domiciliari con il temporaneo affido dei minori ai servizi sociali del comune di Lucera, paese ove, nel contempo, la “particolare” famiglia aveva trasferito la propria residenza.