La mattina di sabato 27 febbraio, i militari della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di San Severo sono ritornati presso il complesso di edilizia popolare di Via Mario Carli n. 2 di San Severo, dove già il 19 febbraio scorso avevano proceduto all’arresto di due giovani per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, per irrompere questa voltain un altro locale insistente nella palazzina gemella a quella colpita nella scorsa operazione di polizia.
Una volta all’interno del locale, una sorta di cantina ricavata al piano terra del condominio, i Carabinieri hanno avuto conferma dell’intensa e organizzata attività di spaccio di droga che lì si svolgeva: di fatti oltre al rinvenimento di alcune dosi di hashish e marijuana, bustine in cellophane, forbici e altro materiale per il confezionamento dello stupefacente, gli operanti hanno trovato una vera e propria cassa dove hanno rinvenuto oltre 400 euro, in monete e banconote, provento di spaccio.
Il locale, dove al momento del blitz erano presenti due uomini di 27 e 28 anni, oltre ad essere protetto da una doppia porta blindata, era munito di un efficace sistema di videosorveglianza a 360° che consentiva ai pusher di accorgersi in anticipo dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Le operazioni di perquisizione venivano poi estese ai garage e qui – grazie al prezioso ausilio dei Carabinieri dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Puglia”, abili nella ricerca di latitanti, armi e stupefacenti – veniva scoperta un’intercapedine ricavata tra due garage e comunicante con la cantina sovrastante. All’interno di questa intercapedine i Carabinieri trovavano ulteriori 10 grammi di hashish e cocaina, già suddivisi in dosi, e un bilancino di precisione.
I due uomini venivano dunque arrestati per concorso nella detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio e, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno, tradotti presso la propria abitazione agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, tenutasi il 2 marzo, a seguito della quale per gli indagati è stato disposto l’obbligo di dimora presso il comune di residenza e di presentazione alla polizia giudiziaria.