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“Conferenza dei Servizi in tempi di pandemia”, illustrata la rete di gestione dell’emergenza pandemica

Veste inedita per l’ormai consueto appuntamento di fine anno con la Conferenza dei Servizi della ASL Foggia.

L’evento che, ogni anno, riempiva l’auditorium della Camera di Commercio con i suoi trecento posti a sedere, si è tenuto venerdì 18 dicembre a porte chiuse, in ottemperanza alle disposizioni ministeriali in materia di sicurezza.

Dipendenti e cittadini hanno potuto, però, seguire in streaming la convention interamente incentrata sulla rete provinciale di contrasto al COVID 19. Una rete complessa che, sviluppata nella prima fase emergenziale dalla riorganizzazione del sistema esistente, è stata costantemente implementata negli ultimi mesi per far fronte alla seconda ondata della pandemia.

Ad aprire i lavori, il Direttore Generale Vito Piazzolla.

La pandemia – ha introdotto Piazzolla – ha costituito un inedito e imprevedibile stress test per tutto il Sistema Sanitario Nazionale. Uno stress a cui le Regioni hanno reagito in maniera diversa in virtù del modello organizzativo che hanno adottato negli ultimi venti anni. La Puglia è certamente una delle Regioni che maggiormente ha saputo rispondere in maniera più aderente e congrua ai bisogni della popolazione, dopo averli monitorati, analizzati e posti come obiettivo imprescindibile per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza. Una delle esperienze più rilevanti, ma anche più positive fatte in questo periodo di stress, è stata la constatazione di come l’intero sistema, nella nostra regione, sia stato in grado di riorganizzarsi in maniera immediata e puntuale”.

La flessibilità è stata quindi la chiave della positiva reazione di tutto il sistema che, in breve tempo, ha dovuto riorganizzarsi per rispondere alle esigenze sopraggiunte in maniera coerente.

Nella seconda ondata, in particolare, i contagi si sono moltiplicati a livello esponenziale rispetto alla prima fase. Si pensi, infatti, che sino ad agosto le persone positive in provincia di Foggia erano meno di 1.400. Il totale dei contagi registrato ad oggi è di circa 18.000, per la maggior parte riconducibili agli ultimi tre mesi.

Questo aumento dei contagi, insieme all’atavica carenza di personale, ha causato le difficoltà inziali della seconda ondata.

Attualmente la ASL ha aumentato i canali di richiesta di tampone; le postazioni per l’effettuazione sia dei test molecolari che di quelli antigenici rapidi; il personale che si occupa del contact tracing.

I Presidi Ospedalieri sono stati riconvertiti in ospedali COVID nell’arco di 24 ore. La ASL, inoltre, ha sostenuto, dall’inizio della pandemia, una trentina di strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, tra Rsa e case di riposo, in cui erano scoppiati focolai con contagi che, in alcuni casi, hanno riguardato la totalità degli ospiti.

Abbiamo riorganizzato i percorsi assistenziali – ha spiegato il Direttore Sanitario Antonio Nigriincrementando l’assistenza territoriale e agevolando la sua integrazione con quella ospedaliera. Diagnosi e cura non bastano, la crisi sanitaria in atto lo ha reso ancor più evidente. L’assistenza territoriale ha assunto un ruolo centrale insieme al coordinamento tra i vari setting assistenziali, alle formule di assistenza multidisciplinare e alla definizione dei percorsi di sicurezza, aspetto, quest’ultimo, che si è rivelato strategico in questi mesi. Si tratta di un rinnovamento generale che, resosi necessario per fronteggiare la pandemia, dovrà diventare strutturale”.

Integrazione dunque è stata la parola d’ordine della riorganizzazione del sistema: non solo tra assistenza ospedaliera e assistenza territoriale, ma anche tra processi sanitari e procedure amministrative.

Stiamo portando a compimento – ha illustrato il Direttore Amministrativo Ivan Viggianoun percorso di digitalizzazione aziendale a cui abbiamo dedicato importanti investimenti sia nel 2020 che per il prossimo anno. Tecnologie, quindi, ma anche risorse umane, grazie alla internalizzazione del personale tecnico del sistema informativo e all’assunzione di nuove unità, a partire da 9 ingegneri elettronici e gestionali che, aggiunti al personale già in servizio, governano e supportano il processo. Sono state avviate anche le procedure per l’assunzione di 44 collaboratori amministrativi e 18 dirigenti amministrativi”.

Dopo un coinvolgente momento di preghiera di mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino, i responsabili aziendali dei servizi coinvolti nella rete hanno illustrato i vari aspetti della gestione dell’emergenza.

A ritmo veloce, si sono alternati: Rita Acquaviva, direttore Area Tecnica; Romilda Carlucci, dirigente Ufficio Concorsi; Dario Galante, Direttore Dipartimento Multidisciplinare Chirurgico; Matteo Cannarozzi De Grazia, Direttore Distretto Socio-Sanitario di Vico del Gargano; Carla Lara D’Errico, coordinatrice infermieristica del Distretto Socio-Sanitario di San Marco in Lamis; Maria Cassanelli, coordinatrice U.S.C.A.; Pasquale Conoscitore, responsabile Ufficio di Coordinamento Aziendale delle Cure Primarie Pediatri di Libera Scelta; Pierluigi De Paolis, responsabile Ufficio di Coordinamento Aziendale delle Cure Primarie di Medicina Generale; Tommaso Petrosillo, Dirigente responsabile dei Sistemi Informativi; Massimo Lombardi, coordinatore del Centro orientamento Oncologico (C.Or.O.); Alessandro D’Afiero, Direttore Dipartimento Multidisciplinare Materno Infantile; Luigi Urbano, Direttore Dipartimento di Prevenzione; Giovanni Iannucci, Direttore Servizio di Igiene Pubblica; Vincenza Rainone, coordinatrice operativa della “Rete di supporto sociale per le persone in quarantena per COVID – 19 e per le persone in stato di fragilità”; Anna Rita Stoppiello, responsabile Servizio Civile Universale.

Ognuno ha illustrato il ruolo svolto dal proprio servizio nella rete di contrasto al COVID, ricostruendo l’intera e complessa filiera della presa in carico delle persone, dalla diagnosi di positività alla guarigione. Una ricostruzione puntuale, in cui non è mancato un momento di forte carica emozionale.

È accaduto quando il dettaglio dei numeri della pandemia ha ceduto il passo alla quotidianità disarmante vissuta dai medici nei reparti COVID e raccontata da Angelo Benvenuto, Direttore del Dipartimento Multidisciplinare di Medicina Interna. Un racconto dall’impatto straordinario, reso ancora più penetrante dall’eco della voce spezzata dall’emozione, nella sala pressoché deserta a causa delle norme di sicurezza.

“Con il COVID non abbiamo esperienza, leggiamo gli articoli, ci aggiorniamo, ma è difficile prevedere cosa accadrà. E così ci ritroviamo di fronte a mille copie della stessa malattia con l’arduo compito di prevedere chi migliorerà e chi peggiorerà.

Fare previsioni è già difficile con le malattie conosciute perché ogni persona è unica. Ma lo è ancora di più con questa malattia di cui si conosce poco. È per questo che tutti i reparti danno una mano, quasi sospesi anche noi in isolamento, bardati con strati e strati di dispositivi di sicurezza a cui non eravamo abituati.

Comunicare con i familiari è diventata la cosa più difficile perché dobbiamo farlo al telefono e con la consapevolezza di non essere in grado di dare l’unica vera risposta che tutti vorrebbero sentire… e cioè se il loro caro si salverà”.

La segreteria scientifica della Conferenza dei Servizi è stata affidata a Anna Rachele Cristino, dirigente responsabile U.R.P.

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