Nonostante una stagione estiva che ha permesso alla provincia di Foggia, come al resto della Puglia, di mantenere il suo appeal come meta per le vacanze, la filiera turistica del territorio sta pagando un prezzo altissimo alla crisi economica scatenata dalla pandemia Covid.
Secondo un’indagine condotta dall’Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche del sistema delle Camere di Commercio Italiane) alla luce dei costi sostenuti e dell’andamento complessivo dell’anno in corso, solo il 13% delle imprese pugliesi pensa di poter presentare bilanci in ordine entro dicembre 2020. Mentre il 74% segnala la concreta possibilità di dover fronteggiare perdite di fatturato.
Molteplici le cause di questa crisi che sta rappresentando un’ostacolo difficile da superare per molte aziende.
La prima ragione è da ricercare in una stagione cortissima. Si pensi che le strutture ricettive della Puglia hanno venduto in media il 39% delle camere disponibili a giugno e il 72% a luglio, per poi salire fino al 94% ad agosto e registrare appena il 55% di occupazione camere nel mese di settembre. Il dato interessante è che il 57% di queste presenze proviene da altre regioni italiane.
A questo come ovvio c’è da aggiungere il calo consistente della disponibilità economica degli italiani (quelli che hanno svolto vacanze tra luglio e settembre sono stati, complessivamente, poco più di 27 milioni, circa il 20% in meno rispetto al 2019). Inoltre, come emerge dall’indagine Isnart, oltre la metà nella scelta dell’alloggio, si è indirizzata verso abitazioni (appartamenti di proprietà o in affitto, ospitalità di parenti/amici) e campeggi, a svantaggio delle strutture alberghiere.
Un calo che ovviamente non ha potuto contare nemmeno sulla compensazione della domanda estera, essendo stato il turismo straniero pressoché nullo.
Una situazione non certo rassicurante per un settore strategico per l’economia del territorio e che nella provincia di Foggia conta 5.500 imprese registrate, con un totale di circa 17 mila addetti dedicati alla produzione di beni e servizi legati al turismo. Le imprese di alloggio e ristorazione sono il 78,8% del totale delle strutture della filiera turistica allargata, quelle che propongono attività ricreative sono il 10,8%, mentre il 6,2% offre trasporto e magazzinaggio e il 3,8 circa viaggi e noleggi.
“Per questo è necessario sin da ora – evidenzia con forza Damiano Gelsomino, presidente della Camera di Commercio di Foggia oltre che della Confcommercio provinciale, intervenendo ad un workshop online organizzato dal Comune di Monte Sant’Angelo – prevedere una strategia di rilancio e promozione in vista della prossima stagione. Un piano di intervento che non potrà che partire dalla Regione Puglia ma che dovrà coinvolgere nelle scelte, in modo concreto, le aziende e i diversi territori. Augurandoci un miglioramento della situazione sanitaria, l’estate 2021 – prosegue Gelsomino – sarà comunque ancora caratterizzata, in modo quasi esclusivo, dalla domanda interna e la competizione sarà quindi tra le diverse destinazioni turistiche nazionali”.
Noi come Ente di rappresentanza del mondo delle imprese di Capitanata vogliamo essere protagonisti delle azioni che saranno messe in campo. Il turismo è, e lo rimarrà anche dopo questa pandemia, un settore vitale del nostro sistema economico. Per questo – conclude Gelsomino – pur nelle ristrettezze di bilancio con le quali dobbiamo fare i conti, come Camera di Commercio abbiamo messo in campo voucher di sostegno per la fitta rete di piccole e medie imprese locali di settore. E continueremo a farlo anche in futuro con interventi volti a potenziare la capacità di innovazione del settore”.