“Nicola Ciccomascolo lavorava in condizioni estremamente difficili, come i suoi colleghi”
“C’è tanta rabbia. La morte di Nicola Ciccomascolo fa rabbia e provoca una tristezza infinita. Una persona di 48 anni, un soccorritore del 118, costretto a sacrificare la propria vita per lavoro. La vita degli autisti-soccorritori del servizio di emergenza-urgenza merita più rispetto e maggiori tutele, tutte quelle previste dalla legge. Esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro cordoglio a quanti conoscevano Nicola e gli volevano bene”. E’ la segreteria provinciale FP Cgil Foggia a esprimere il dolore e lo stato d’animo vissuto in queste ore dal sindacato e dai colleghi di Nicola Ciccomascolo.“Come Funzione Pubblica, avevamo denunciato da settimane i rischi crescenti ai quali erano costretti a esporsi autisti e soccorritori del 118”, ha ricordato il segretario generale FP Cgil Puglia Domenico Ficco. La Funzione Pubblica della CGIL aveva denunciato la carenza di DPI, i dispositivi di protezione individuale, la vana richiesta di mascherine protettive, la pressione crescente sui 400 autisti-soccorritori della Capitanata costretti a lavorare sotto organico anche a causa dei tanti contagiati sul campo.Il sindacato aveva messo in evidenza come fossero già 5 le equipe del 118 sottoposte a isolamento.
“C’è tanta rabbia perché in questi giorni di ‘guerra’ al coronavirus, c’è chi viene mandato in trincea senza avere a disposizione gli strumenti necessari per stare sul fronte e tutelare la propria salute”, ha aggiunto La Vecchia, segretario FP Cgil Foggia. Gli fa eco il segretario generale FP CGil Puglia Domenico Ficco: “La situazione che si sta verificando in Capitanata è tra quelle più pesanti, poiché in provincia di Foggia si sta avendo la massima diffusione del contagio a livello regionale assieme all’area di Bari.
Gli autisti-soccorritori del servizio di emergenza-urgenza operanti in Sanitaservice e nelle associazioni stannolavorando in condizioni estremamente difficili, con un livello di rischio molto alto a causa della diffusione del contagio da Covid19. “E’ per questo motivo che torniamo a chiedere che Sanitaservice e le associazionicompiano un’accurata verifica dei DPI, i Dispositivi di Protezione Individuale di cui devono essere dotati gli operatori, e che provvedano a forniregli operatori non solo delle mascherine ma di tutto quanto è necessario per garantire i livelli di sicurezza sia agli autisti-soccorritori che alle persone con le quali gli operatori vengono a contatto”. Il sindacato, d’altronde, lo aveva già denunciato: è necessario un aggiornamento del DVR, il Documento di valutazione del rischio cui sono sottoposti gli operatori del servizio di emergenza-urgenza. “Non sono più ammessi ritardi o scusanti”, hanno concluso i dirigenti FP Cgil.