Nella decorsa mattinata, personale di questa Squadra Mobile, a seguito di attività d’indagine coordinata e diretta dalla locale Procura di Foggia, ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare personale in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale nei confronti di M.D. classe 1992 per i reati di maltrattamento e lesioni aggravati nei confronti della moglie C.A. classe 1985.
L’indagato, nel corso degli ultimi anni, ha maltrattato la consorte, sottoponendola ad un regime di vita intollerabile, sia sotto il profilo materiale che morale, con atti di sopraffazione prevaricatoria, tali da alimentare nella predetta un continuo stato di pressione e di prostrazione psicologica.
In particolare il M.D. rivolgendosi alla consorte con atteggiamenti e toni alterati, la denigrava e aggrediva in improvvisi accessi di ira, dettati anche dallo stato di alterazione in cui versava, allorquando la umiliava con espressioni ingiuriose, nonché minacciava ritorsioni e la colpiva ripetutamente con violenza su varie parti del corpo, cagionandole lesioni, che la stessa si faceva refertare omettendo, per timore di ritorsioni, che si trattava del proprio coniuge.
In particolare l’attività investigativa permetteva di ricostruire l’episodio del 03.09.2018, allorquando il M.D. aggrediva la propria consorte con violenza, cagionandole lesioni personali, consistite in trauma cranico cervicalgia, trauma contusivo toracico-addominale. In altra occasione, l’08.01.20 l’indagato dopo aver strappato dalle mani della moglie il suo telefomno cellulare, lo distruggeva per poi aggredirla con calci e pugni, cagionandole lesioni personali consistite anche in ematomi alle gambe, all’interno della coscia destra ed al braccio sx. giudicate guaribili in 20 gg.
Le condotte maltrattanti, protrattesi nel corso degli anni, tanto da divenire la quotidianità, si sono intensificate con una preoccupante escalation nell’ultimo periodo, susseguendosi con cadenza quotidiana e accompagnandosi alla privazione della p.o. costretta a subire in casa le violenze del marito, sotto la minaccia di gravi ritorsioni.
La ricostruzione dei fatti denunciati dalla vittima, (sin dall’inizio veritiera, coerente e non contraddittoria), confermata dalle sommarie informazioni rese dalle persone escusse (familiari, personale medico) e dall’attività di indagine consistita nell’acquisizione di documentazione medica (referti) attestanti le lesioni patite nel corso degli anni dalla vittima ad opera dell’indagato.
L’attività investigativa avvenuta in tempi ristretti, ha consentito all’A.G. di emettere la misura custoditale in carcere nei confronti dell’indagato avendo quest’ultimo diversi precedenti di natura specifica (anche contro la madre in età minore).