Roberto D’Angelo, l’uomo ucciso ieri sera a Foggia in un agguato, nel 2016 fu vittima di un pestaggio da parte di quattro malviventi che cercavano di estorcere 80mila euro a suo nipote, titolare di un autoparco.
L’episodio, secondo gli investigatori, non è collegato all’omicidio. D’Angelo si trovava per caso nell’autoparco quando i malviventi arrivarono e spararono anche alcuni colpi di pistola, uccidendo il cane da guardia del nipote di D’Angelo.
“Al momento non escludiamo alcuna ipotesi investigativa”, spiega il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro. “Stiamo conducendo accertamenti tecnici – aggiunge – come acquisizione dei tabulati telefonici e dei filmati delle telecamere di sicurezza”. Roberto D’Angelo, che si occupava della compravendita di auto, è ritenuto dagli inquirenti estraneo a contesti mafiosi locali, e i suoi precedenti per truffe e reati contro il patrimonio risalgono a molto tempo fa.
Nel 1974 suo padre fu ucciso nelle vicinanze dello stadio comunale. (ANSA)