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Eseguita misura di amministrazione giudiziaria nei confronti dell’impresa agricola “Mottola”

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, Sezione Misure di Prevenzione, hanno dato esecuzione al provvedimento dell’amministrazione giudiziaria dell’impresa agricola “Francesco Mottola” Di Orta Nova (FG), emesso ai sensi dell’art. 34 del Codice Antimafia. Il provvedimento è stato disposto dai Giudici della terza Sezione Penale del Tribunale di Bari, presieduta dalla dottoressa Giulia ROMANAZZI.

Si tratta del primo provvedimento di amministrazione giudiziaria mai eseguito su proposta della Procura Distrettuale Antimafia di Bari.

LE INDAGINI DISPOSTE DALLA DDA SCATURITE DA UN’INTERDITTIVA ANTIMAFIA

Le indagini sul titolare dell’impresa, interamente eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia su delega dei magistrati baresi, sono scaturite a seguito dell’interdittiva antimafia spiccata dal Prefetto di Foggia nel gennaio del 2018.

La Prefettura foggiana – nel verificare i requisiti dell’impresa di Francesco Mottola, che aveva nel frattempo acquistato dall’Ente pubblico ISMEA alcuni ettari di terreni agricoli con condizioni agevolate – aveva riscontrato importanti anomalie, sfociate nell’interdittiva.

In particolare, la Prefettura contestava palesi e repentine sproporzioni nei volumi di affari dell’impresa agricola, nonché le parentele e le frequentazioni del soggetto titolare.

Francesco Mottola è, infatti, nipote per parte materna del noto esponente della criminalità Arcangelo Brandonisio, soggetto condannato in via definitiva per svariati reati associativi.

Mottola è inoltre cognato di altri soggetti ascrivibili alla malavita cerignolana, quali Tommaso Morra (con precedenti per assalti a furgoni portavalori, rapina, porto abusivo di armi e traffico di sostanze stupefacenti) e Bruno Buttiglione (sul cui conto si registrano precedenti per rapina e sequestro di persona).

In seguito, ulteriori elementi hanno convinto i Magistrati e gli inquirenti circa l’opportunità di eseguire più approfondite verifiche.

Si è così appurato che i precedenti rapporti di cointeressenza intrattenuti dal Mottola, nonché le modalità di acquisizione dell’ingente compendio dei beni aziendali accumulato in appena due anni, potessero essere altamente sintomatici della possibile adiacenza dell’impresa a contesti delinquenziali.

E’ stata infatti ricostruita la fitta rete di rapporti societari che nel passato hanno coinvolto il destinatario dell’odierna misura: le cointeressenze con soggetti vicini a contesti criminali, confermate anche da alcune intercettazioni, hanno certificato l’associazione stabile di Mottola con persone controindicate, nonché la sua sistematica funzione di “prestanome”.

I BENI AZIENDALI: 25 ETTARI DI VIGNETI E FRUTTETI A ORTA NOVA

L’impresa destinataria del provvedimento può vantare un compendio di beni costituito da terreni e mezzi agricoli per un valore di oltre 730.000,00 euro, accumulati mediante operazioni immobiliari e richieste di finanziamento in appena due anni: 25 ettari di terreni, coltivati a vigneto, oliveto, frutteti e seminativo, oltre a svariati mezzi agricoli e una villetta.

L’intero compendio aziendale, sottratto al titolare dell’impresa, è stato affidato ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, che avrà il compito di gestirlo per un anno e verificare una serie di elementi indicatori della possibile adiacenza dell’impresa al contesto mafioso. Al termine del periodo di amministrazione giudiziaria, il Tribunale valuterà circa gli ulteriori adempimenti previsti dalla normativa antimafia.

LA SQUADRA STATO

Il provvedimento odierno, scaturito dal sinergico coinvolgimento di tutte le articolazioni dispiegate dallo Stato sul Territorio per il contrasto alle organizzazioni malavitose, costituisce la frontiera più avanzata in tema di misure di prevenzione.

L’intervento ha riguardato, inoltre, un’impresa operante nel comparto agricolo e agro-alimentare, settore particolarmente importante nel tessuto economico della regione Puglia. Il comparto agricolo è tra i più sensibili, poiché oggetto degli interessi delle locali organizzazioni malavitose. Proprio tale settore, infatti, è sovente “sfruttato” dalla criminalità organizzata per perpetrare truffe, operazioni di auto riciclaggio, indebito accesso a finanziamenti e fondi pubblici e comunitari, nonché per imporre i prezzi dei prodotti agricoli ad interi territori, soffocando gli imprenditori onesti. La misura odierna costituisce, dunque, un’ ulteriore azione di contrasto alle organizzazioni criminali, al reimpiego di denaro di dubbia provenienza e alla tutela del tessuto economico virtuoso del territorio.

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