In data 30 ottobre u.s., Agenti della Polizia di Stato appartenenti alla Squadra Mobile – III Sez. “reati contro la persona”, al termine delle indagini coordinate e dirette dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, nei confronti di C. E., foggiano classe ’88, gravemente indiziato dei delitti di maltrattamenti contro familiari e lesioni personali aggravate ai danni della propria ex moglie.
L’attività investigativa posta in essere permetteva di ricostruire la condizione di crescente disagio e umiliazione patite dalla donna, tanto da spingere quest’ultima ad abbandonare il tetto coniugale e trasferirsi, unitamente al figlio della coppia, presso l’abitazione dei propri genitori.
In data 13 ottobre u.s., in costanza di separazione di fatto, il C. E., durante un incontro con la propria ex moglie per vedere il figlio, tentava di convincere la donna a tornare insieme. La discussione degenerava al secco rifiuto di quest’ultima, tanto che il C.E. cominciava a picchiarla, mettendole le mani alla gola, tanto da farle perdere quasi conoscenza, altresì colpendola violentemente più volte al volto e al capo con pugni.
Nonostante l’esecuzione della misura cautelare personale, il C.E., in stato di arresti domiciliari, nella medesima data di esecuzione del provvedimento coercitivo, si recava presso l’abitazione dei genitori della propria ex moglie, presso i quali quest’ultima si era trasferita al fine di sfuggire ai comportamenti violenti del proprio ex marito, citofonando insistentemente e chiedendo di poter salire. A seguito della denuncia della vittima il giorno seguente, dalla quale, unitamente agli accertamenti esperiti, venivano accertate oltre 300 chiamate senza risposta effettuate dal C.E. sull’utenza cellulare della propria ex moglie, in data 31 ottobre personale della Squadra Mobile – III sez. – procedeva all’arresto in flagranza differita per il reato di evasione. Al termine delle formalità di rito, attesa la gravità del reato posto in essere dal C. E., il quale, nonostante lo stato di arrestato domiciliare, si recava presso la dimora della propria ex moglie, su disposizione del P.M. di turno presso il Tribunale di Foggia, veniva associato presso la locale casa circondariale e attinto, successivamente all’arresto, da ulteriore ordinanza del GIP presso il Tribunale di Foggia, impositiva della custodia cautelare in carcere in aggravamento della precedente.