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Piano delle fosse granarie di Cerignola

di Domenico Carbone

“Le antiche fosse frumentarie di Cerignola, risalenti all’XI fino al XIX secolo sono diventate – grazie ad un’accorta e semplice sistemazione – un interessante elemento di arredo urbano e di mediazione paesaggistica fra campagna e città”.

Questa è la motivazione con la quale è stato premiato a Foligno nell’ottobre 2018 il Piano delle fosse nel Concorso Europeo de “La fabbrica nel paesaggio”. Non è un luogo, ma la carta di identità del Paese, prima, e,poi, della Città.

E’ la sintesi della storia dell’insediamento che sopravvive, non solo come parco archeologico rurale o come suggestivo comparto urbanistico, ma nei costumi, nella tradizione della società contadina, dura ed operosa, difficile eppure dignitosa.

Dismesso l’uso secolare dell’infossamento di grano, avena, orzo, fave, Piano S. Rocco è, alla superficie, un museo a cielo aperto, mentre nelle sue viscere la monumentalità delle fosse si conserva grazie ad un eco sistema ambientale che ruota intorno ai 25° di temperatura e del 12% di umidità.

E’ il paradigma dell’agro-città, secondo gli urbanisti del Politecnico di Milano, perché in quel posto s’incontrano campagna e paese, ruralità e urbanità, passato e presente.

E’ un bene da cautelare, da preservare, in quanto mantiene viva la memoria della civiltà mediterranea, che, dalla Tunisia fino all’Anatolia, dalla Grecia all’Italia, conservava nei pithoi, nei dolii, nelle fossele fondamentali derrate alimentari per la sopravvivenza degli uomini e degli animali

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